Superstizioni da spettacolo
Parliamo un pochino delle cose spaventose, le superstizioni da spettacolo.
Gatti neri, specchi rotti, scale, malocchio, fatture, stregoneria…
Il mondo è sempre stato pieno di paure e superstizioni ma non tutte hanno origine demoniaca o comunque terribile come si può pensare.
Nel mondo dello spettacolo poi…
Vediamo di spiegare e “sfatare” un pochino tutta questa potenziale sfiga delle superstizioni da spettacolo.
Si dice che quando si conosce il male lo si esorcizza e lo si sconfigge.
Iniziamo allora dai classici per arrivare poi a quelli legati al mondo dello spettacolo, del teatro e conseguentemente della magia e dell’illusionismo.
Il famigerato gatto nero che attraversa la strada.
Poverino che male fa. In realtà la storia vuole che la cosa si perda nel medioevo.
Una parte della maledizione ci viene dalla chiesa e dalla sua convinzione che il gatto nero fosse amico del diavolo nonché suo servitore. Ma, nel medioevo quando si andava a cavallo, un gatto scuro che di notte attraversava la via, poteva far imbizzarrire il cavallo che si spaventava dal vedere all’improvviso questi occhi gialli nel bel mezzo della strada di notte.
Se ciò accadeva, il cavaliere rischiava di venir disarcionato e ferirsi cadendo da cavallo.
Mettere il cappello sul letto.
Altro sinonimo di sfortuna dovuto al fatto Che in passato quando qualcuno stava male e rimaneva al letto, veniva chiamato o il medico o il prete (a seconda della gravità del malcapitato).
Queste persone in genere arrivavano di corsa e per poter essere operativi prima possibile.
Talvolta poggiavano subito il cappello sul letto accanto al malato (forse moribondo), per poter essere subito attivi e cercare di guarire il malato o accompagnare l’anima.
Passare sotto una scala poggiata al muro.
Questa superstizione potrebbe avere un origine molto elementare in quando passando sotto una scala lungo la via, ci sono buone possibilità che ci cada qualcosa in testa da parte di chi sta probabilmente lavorando sulla scala.
In realtà la vera storia trae origine dagli egizi.
In alcune tombe sono state ritrovate delle piccole scale a nove pioli, che simboleggiavano gli dei.
Insieme a Osiride, dio dell’oltretomba, indicavano la chiusura del ciclo vitale di un uomo.
Le scale ritornano anche nella forma di ziggurat e piramidi.
Ma come si è arrivati allora a questa superstizione?
Una scala aperta appoggiata a una parete forma un triangolo, simbolo della Trinità.
Passarci sotto significa non portare rispetto, avvicinandosi così a Satana.
Un rimedio, parziale, potrebbe essere incrociare le dita e le braccia mentre la si attraversa.
Lo specchio che si rompe è una delle superstizioni più diffuse. Quando facciamo cadere uno specchio, rompendolo, sono sette anni di sfortuna che si abbattono sulla casa.
Se si crepa da solo, invece, il proprietario potrebbe perdere un caro amico.
Invece, se lo specchio rotto si trova vicino al ritratto di una persona viva, infine, questa potrebbe morire.
Una curiosità: la credenza popolare è tutt’ora molto sentita soprattutto tra gli attori teatrali, che non portano mai sul palco uno specchio vero, per evitare che si rompa.
Inoltre ricordiamoci che in passato gli specchi erano un oggetto molto pregiato che traevano il loro potere riflettente da un fondo di argento. Ne consegue che il valore dello specchio fosse elevato.
Ma entriamo seriamente nel mondo del teatro e dello spettacolo in cui possiamo incontrare prestigiatori, maghi ed illusionisti (vedremo in un altro articolo la differenza).
perché in teatro si evita il colore viola dicendo che porta male?
Questa superstizione per l’Italia trae origine dal periodo medievale.
In quel periodo, la chiesa imperava e comandava più di qualunque altro potere.
Gli artisti del medioevo erano artisti di strada, le loro esibizione si facevano nelle piazze e nei mercati delle città e dei villaggi.
Quando iniziava la “quaresima” (40 giorni dal Mercoledì delle ceneri alla Pasqua), venivano proibite tutte le rappresentazioni e gli spettacoli di strada.
Venivano esposti i drappi viola alle finestre ed ai balconi e tutto si fermava.
I nostri poveri artisti che vivevano del denaro raccolto durante le loro esibizioni, erano costretti a star fermi per tutta la durata della quaresima.
Da qui l’odio verso il colore viola durante le esibizioni pubbliche.
Questa maledizione però vale solo per l’Italia.
In Francia per esempio il colore maledetto in scena è il verde.
Questo ci viene dal fatto che “Molière” morì in scena durante una rappresentazione dell’avaro in cui indossava una giacca di colore Verde.
l’Inghilterra teme il Blu.
In passato le compagnie teatrali avevano l’abitudine (giusta) di arredare le loro scenografie nonché i loro costumi con tessuti e stoffe Blu che abbellissero il teatro.
Per qualche motivo storico commerciale, all’epoca i tessuti Blu erano tra i più costosi.
Questo comportava che con molta probabilità, la compagnia teatrale che investiva molto in tali acquisti, rischiasse più facilmente il fallimento o comunque una maggiore evidente povertà.
Spostiamoci ora in Spagna terra di illusionisti e prestigiatori tra i migliori al mondo.
In questo paese caliente, il colore maledetto in scena è il Giallo.
È buffo scoprire come ogni paese ha un colore diverso per motivi diversi.
perché il Giallo?
La Spagna da secoli (circa dall’XI° secolo) ha la tradizione (discutibile) della corrida.
In questa strana sfida tra uomo e toro, il matador agita un drappo rosso di fronte al toro per “eccitarlo” ed incitarlo a lottare e caricare. In genere l’esibizione termina con l’uccisone del toro per mezzo del matador che gli infligge un colpo di spada tra le scapole.
Io sono contrario a tale esibizione nonché alle regole che la governano ma non è questa la sede di tale contestazione.
Ad ogni modo, talvolta può accadere che il toro abbia la meglio sul matador.
In questo caso, il pover’uomo sconfitto dall’animale, viene portato via dall’arena avvolto nella tua sua stessa cappa. Questa cappa che ha il alto Rosso esposto al toro, ha un lato interno Giallo che si ritrova ad avvolgere lo sconfitto (e morto) matador.
Da qui l’avversione ispanica verso il colore Giallo.
Ora ne sappiamo un pochino di più sulle credenze e sulle superstizioni da spettacolo in generale.
In un altro articolo parlerò degli auguri (talvolta strani) che utilizzano gli artisti ed i prestigiatori illusionisti, prima di ogni spettacolo.
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Ci vediamo al prossimo articolo
Alain