Bartolomeo Bosco
Ed eccoci a scrivere ancora una volta di storia della magia (prestigiazione) italiana.
Nel tempo libero mi piace approfondire e colmare mie lacune culturali. Quindi condividere con tutti gli interessati di questi argomenti eventuali “pillole” di storia e/o cultura.
nonostante si viva (non io) un mondo molto incentrato sull’esterofilia. Mi piace scoprire e ricordare che il nostro paese è stato ed è tutt’ora la patria di grandi artisti del mondo reale.
Sia nel passato che nel presente, abbiamo potuto dare prova di ciò in tutto il mondo.
Ovviamente in primis nel nostro buon vecchio continente, in seguito con l’evoluzione dei trasporti, anche nella lontana America.
Con la magia “ravvicinata” si crea un legame più “intimo tra artista e pubblico.
L’artista, (il mago, prestigiatore, mentalista, illusionista) per mia scelta, non è più un personaggio da osservare da dietro la famosa quarta parete. Semmai, un uomo con cui si può interagire e comunicare.
Un essere umano che in seguito potrà anche scambiare quattro chiacchiere in amicizia e rispondere a domande e curiosità.
È quindi normale che, quando gli spettatori ci incontrano, ci chiedono quale sia stato il prestigiatore, mago, illusionista, più importante o famoso della storia. Qual’è il nostro idolo, chi ci ha ispirato e così via.
Gli amici appassionati ed i colleghi sorrideranno quando evocherò lo standard a riguardo.
Per la maggior parte delle persone normali (i Babbani di Harry Potter), a questa loro domanda tendono a rispondersi quasi sempre da soli con il nome di Houdini o, in Italia ancora il nostro Silvan nazionale.
In realtà noi sappiamo bene che di nomi importanti del passato e del presente ce ne sono stati molti altri.
Il personaggio di cui voglio parlare questa volta infatti, rispecchia innanzitutto il mio modo di lavorare.
Ovvero a stretto contatto con il pubblico (sicuramente tra i primi e più illustri).
infatti creando un personaggio umano piacevole e disponibile, è stato l’orgoglio della categoria dei prestigiatori e degli italiani praticamente per tutto il XIX° secolo.
La sua fama e la sua bravura hanno dominato in tutta Europa fino ad arrivare nel continente americano ed in Australia (questi ultimi solo con citazioni ed articoli di giornali e riviste).
Signori e gentili Signore (come soleva dire lui) ecco a voi il Cavalier Bartolomeo Bosco.
Nasce a Torino il 3 Gennaio del 1793 da una famiglia aristocratica benestante che possiede uno dei caffè più importanti della città.
Da bambino perde il padre e la madre sarà costretta a mandare avanti l’attività di famiglia da sola prendendosi anche cura dei due figli Bartolomeo e la più piccola Norina.
Probabilmente per questo motivo e per una sua innata predisposizione all’essere “molto attivo”, il nostro personaggio finirà in collegio fino all’età di 16 anni.
Tornato a casa, il giovane Bosco manifesta grande interesse verso il mondo degli artisti di strada.
Questa cosa ovviamente non piace molto alla madre la quale vorrebbe che i figli avessero una formazione culturale degna del rango a cui la famiglia appartiene.
Ad ogni modo il giovane Bartolomeo a 18 anni entra nel mondo militare ed a 19 parte in guerra con l’esercito di Napoleone verso il fronte Russo.
Si narra che Bosco avesse avuto modo di esibirsi anche per l’imperatore Napoleone Bonaparte. Purtroppo gli aneddoti confermati sulla sua lunga carriera, sono molto discutibili e non sempre dimostrabili con documenti originali.
Nel 1812 viene ferito ad una gamba da una lancia e per evitare di essere ucciso dal nemico, si finge morto.
Qui avremo uno dei primi aneddoti in cui si racconta che mentre un soldato cosacco cercasse di depredare la vittima dei suoi beni, lui di nascosto facesse lo stesso al soldato.
Ma di Bosco sentiremo spesso parlare della sua capacità di “appropriarsi” delle altrui cose per restituirle in seguito magicamente o simpaticamente.
Bosco viene fatto prigioniero, curato e portato in Siberia, li riesce a presentarsi come “prestigiatore” ed entra nelle grazie degli ufficiali e del governatore.
Questo gli permetterà di avere (incredibile per l’epoca ed il posto) degli abiti decenti, un trattamento migliore per lui ed i suoi compagni di sventura.
Infine anche dei compensi economici pari a circa 12.000 rubli.
Dopo 2 anni riesce a lasciare la Siberia grazie ad uno scambio di prigionieri tra la Francia e la Russia.
Finisce qui (temporaneamente) la parentesi Russa del nostro mago.
Bosco arriva a Parigi nel 1815 e vi rimane circa 2 anni per approfondire i suoi studi sull’arte magica. Tornerà a Torino (sua città natale) ma nel 1820 sarà già considerato un personaggio popolare.
I suoi punti di forza saranno sempre il carisma, la simpatia, la capacità di comunicare con il pubblico e la destrezza di mano.
Bartolomeo Bosco diverrà talmente popolare in tutta Europa che il suo nome sarà sinonimo di “tendenza”, la gente vestirà “alla Bosco”, calzature “alla Bosco” e così via.
Tutto questo lascia intendere l’importanza e la notorietà di questo artista in un periodo storico dove la comunicazione non era certo la stessa di oggi.
Non esisteva nulla se non una stampa locale. l’Italia non era nemmeno unita come la conosciamo noi adesso.
Francia, Germania, Austria; Polonia, Russia. Tutto era diverso, suddiviso in piccoli stati o grandi imperi.
Ogni paese parlava una sua lingua. Il nostro “eroe”, portava in scena uno spettacolo parlato in cui riusciva ad intrattenere tutti i presenti ed a farsi capire.
Bosco stupisce tutta Europa per alcune sue peculiarità.
A differenza dei suoi “colleghi”, non veste abiti ampi e ricchi di tasche ecc… anzi lui è il primo ad esibirsi senza maniche e con una calzamaglia stretta.
Non utilizza apparati strani, marchingegni, automi e così via, preferisce la manipolazione pura, infatti tra i suoi grandi cavalli di battaglia abbiamo il famoso gioco dei bussolotti.
Un effetto reso talmente popolare da lui che in Germania verrà utilizzato il nome di Bosco per definire tale effetto.
Bosco proponeva spettacoli di tre ore ed offriva ai suoi spettatori la possibilità di vedere sempre cose diverse durante le sue repliche.
Questo lascia intendere la vastità del suo repertorio.
Il costo del biglietto per i suoi spettacoli era molto più elevato della media ma i teatri erano sempre pieni, ricchi di pubblico composto sia da nobili che borghesi o popolo di ceto inferiore.
Nei giorni in cui si “riposava” dalle rappresentazioni teatrali, Bartolomeo Bosco offriva spettacoli privati e lezioni per chi fosse interessato.
Con il passare degli anni ovviamente aveva collezionato successi e riconoscimenti dalle più alte cariche del continente, Zar, Re, Imperatori e politici vari.
La sua carriera sarà piena di episodi ed incidenti (anche importanti).
Una volta cadrà dal palco ferendosi gravemente ad un braccio, un altra volta un’imbarcazione affonderà con tutti il suo materiale più altre vicende varie.
Bosco viene ricordato come un uomo buono, gentile e disponibile, sempre pronto a fare beneficenza verso i bisognosi offrendo spettacoli o parte dei compensi.
Una carriera fatta anche di aneddoti che ci fanno capire la sua grande abilità a creare intorno a lui un interesse notevole.
Si raccontato storie al mercato dove inizia a far apparire monete dalle uova dei contadini, di giuochi di carte e dimostrazioni di pick pocket (arte del borseggio) fatte a giornalisti o esponenti della politica (ministri, ecc…).
Ovunque arrivasse il nostro mago sapeva attirare l’attenzione e far parlare di se in modo da garantirsi sempre il tutto esaurito a teatro.
Tutto questo, ripeto, in un periodo storico senza internet ecc…
Nel corso della sua lunghissima carriera lascerà sicuramente un segno indelebile del suo lavoro e del suo personaggio.
Suo figlio Eugenio seguirà le orme del padre e proseguirà la carriera anche approfittando del famoso cognome. Purtroppo in quel periodo storico, vedremo anche un abuso di sosia e ciarlatani vari che tenteranno di usufruire di tale vantaggio proclamandosi “Bosco” per attirare pubblico.
Di questo ne pagherà più le spese il figlio che non il padre.
Il nostro grande esponente, durante la sua carriera internazionale avrà modo di incontrare altre pietre miliari della moderna prestigiazione come Robert Houdin a Parigi (vedi articolo) e Johann Nepomuk Hofzinser a Vienna (vedi articolo) il quale lo definirà il più grande illusionista della storia.
Bartolomeo Bosco ci lascia a Dresda (sua ultima residenza) il 7 Marzo del 1863 ma la sua fama continuerà negli anni.
Nel 1903 Harry Houdini, acquisterà la tomba (lapide) di Bosco ed eviterà la sua distruzione da parte del cimitero di Dresda.
Questa tomba verrà in seguito regalata alla SAM (Society of American Magician) e nel 1997 in occasione del congresso mondiale della FISM (Federation International Societé Magique) verrà restaurata e riportata al suo originale splendore.
Oggi il circolo magico di Dresda, fondato nel 1961, diventato dal 1995 “circolo magico Bartolomeo Bosco”, si prende cura della memoria di questo immenso artista, vanto italiano della prestigiazione del XIX° secolo.
Ci vediamo al prossimo articolo
Alain