Data:3 aprile 2019

Autore:Alain

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MAGICIAN GOT TALENT

Ciao a tutti.

Eccomi di nuovo a prendermi il piacere personale (ego) di esprimere la mia opinione (che non interessa nessuno) su un argomento che sembra interessare molti.

Da qualche anno è nata una nuova serie di programmi televisivi (format) che ormai per ovvii motivi dilaga in tutte le televisioni del mondo. Sto parlando dei “talent show”.

In realtà questa idea di mandare “dilettanti” allo sbaraglio è ben più vecchia di quanto si possa pensare (della serie niente di nuovo sotto il sole).

Nel 1968 fu il nostro grande Corrado Mantoni a dare inizio al programma “la corrida” in versione radiofonica. Il programma prevedeva l’esibizione di alcuni “artisti” che proponevano le loro performances e/o doti artistiche e, venivano giudicati dal pubblico con un sistema che ricordava il varietà italiano degli anni 20 e l’avanspettacolo degli 30 e 40. Se il pubblico gradiva, scattavano gli applausi, altrimenti erano fischi e rumori vari.

Questa modalità sanciva il vincitore della puntata e via dicendo. La corrida passò da programma radiofonico a televisivo nel 1986 sempre con la magistrale conduzione di Corrado.

Negli anni con varianti ed evoluzioni siamo arrivati ai moderni talent show che ormai dilagano su tutte le emittenti del pianeta. Anche se qui non è il pubblico a giudicare ma una giuria di “esperti”…

Vediamo un po’ pregi e difetti di tali programmi, la loro struttura, il loro modus operandi, cosa li rende “interessanti” e cosa invece a mio parere li rende negativi per certi “artisti”.

Il programma ha una struttuta standard, un gruppo di giudici composto da 2 (fool us) a 3-4 nei talent classici. Tali giudici sono in genere composti in maniera molto simile. Quasi sempre una o due donne, un rompiscatole, un innamorato dell’arte. Possibilmente noti al grande pubblico e pseudo esperti di tutti i campi artistici del mondo… (come se un comico di successo o un opinionista potesse essere esperto di manipolazione e prestigiazione o canto lirico). Questi “giudici” a fine esibizione esprimono in maniera prolissa (per riempire i minuti di programma, la loro opinione e decidono se il performer potrà accedere a fasi successive del programma oppure no. Stranamente però a volte alcuni artisti che passano la “selezione” ufficiale della serata, poi spariscono nel nulla nelle puntate seguenti… Gli artisti hanno a disposizione circa 60-90sec per mostrare la loro bravura. Ma questo limite di tempo (in alcune discipline o contesti inaccettabile) non è uguale per tutti i partecipanti… Quelli a cui vengono dati pochi secondi (molti a giudizio televisivo) sono solo quelli che non andranno mai avanti ma, serviranno solo a riempire spazi vuoti o a rendere “credibile” lo stile del programma.

Dal punto di vista del pubblico hanno una veste giovane moderna e sono pieni di artisti (alcuni dei quali decisamente talentuosi). Ovviamente vedere in scena un alternarsi di personaggi interessanti sia dal punto di vista tecnico, che semplicementi buffi o goffi… rende il programma piacevole e scorrevole.

Dal punto di vista delle produzioni, il guadagno è immenso sotto vari aspetti. Essendo il programma portato avanti da “pseudo aspiranti” nel 70% del cast, tali personaggi non vengono retribuiti per la loro prestazione. Il discorso è semplicissimo “ti diamo l’opportunità di apparire in tv in un programma di notevole visibilità, in cambio della tua performace gratuita”. quindi si abbattono costi e budget. Ed a questo titolo, molti si propongono pur di “farsi vedere” (legge di Warhol docet).

L’idea comune è: “vado, vedono quanto sono bravo, e mi contattano per altre cose”. Oppure: “posso aggiungere al mio curriculum vitae di aver partecipato al talent e lavoro di più”. Ahimè speranze vane in entrambe le condizioni. Il format fa leva sul desiderio di apparire di questi “artisti” i quali con la speranza (a volte giustificata da impegno) cercano di “apparire” in tv per poter essere notati o semplicemente per poter dire di aver partecipato ad un programma televisivo e vantarsi nel loro “condominio”.

Il rimanente 30% è composto da seri professionisti. Questi non fanno casting, provini ecc… ma, vengono contattati direttamente dalla produzione tramite agenzie di professionisti, vengono retribuiti e hanno la garanzia di accedere a livelli avanzati del programma (semifinali ecc…). In questo caso i giudici già sanno che devono votare in maniera favorevole queste persone e commentano l’esibizione in maniera positiva. In fondo è giusto così visto il valore dei performers.

Tutto questo ovviamente non interessa il grande pubblico Che in fondo (giustamente) ha diritto di godersi lo show televisivo serale e passare due ore in allegria.

Da parte mia sinceramente c’è solo l’invito ai giovani innamorati di questa nostra meravigliosa arte, di non cedere alla tentazione di esibirsi senza esser pronti in maniera completa. In questo modo si rischia solo di creare una pessima immagine della magia e della figura del prestigiatore. Ci sono molti cambiamenti in corso, la magia sta evolvendo e sta tornando al suo splendore ma, ricordiamoci le parole di Newton “se ho visto più lontano è perché stavo sulle spalle dei giganti”. Abbiamo fonti inesauribili di storia e cultura magica, attingiamo da essa attraverso lo studio, la pratica e la passione. I frutti sono migliori e più buoni quando sono maturi. Inoltre ricordiamoci anche che se da una parte, esser visti in tv da migliaia/milioni di persone è sicuramente gratificante, esser giudicati in maniera negativa o esser presi in giro ed offesi artisticamente dai presenti, risulterà estremamente negativo per la nostra immagine… soprattutto se visto da migliaia/milioni di persone.

In bocca al lupo

Alain

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